Riportiamo con gratitudine e soddisfazione lo speciale articolo per il fondatore di Fucina Artistica Boranga siglato dalla giornalista Laura Bon e pubblicato da Il Gazzettino domenica 30 dicembre 2018.

Nella Fucina Artistica di Gianfranco Boranga prendono forma i cancelli in ferro battuto.

Erede di una dinastia di fabbri ferrai, i suoi lavori richiesti in tutto il mondo.

Giavera

Veduta aerea della sede di Fucina Artistica boranga in Giavera del Montello Treviso

La sede di Fucina Artistica Boranga circondata dal verde Montello

Che la lavorazione del ferro sia un’arte che ha qualcosa di magico, quasi divino, lo capirono per primi gli antichi Greci che la attribuirono a una divinità: Efesto, il dio del fuoco e della metallurgia, Vulcano per i Romani.

E se ci si reca a Giavera nella Fucina Artistica di Gianfranco Boranga si respira appieno il significato di quest’arte: nelle parole e negli occhi del titolare, negli oggetti esposti, nel senso di appartenenza di chi è al lavoroi nell’officina. Si tratta di un gruppo relativamente ridotto di dipendenti, circa una decina in tutto oltre a vari collaboratori che però fanno volare i prodotti artistici da Roma a Londra, da Dubai all’Uzbekistan.

I lavori

Il fabbro artistico Luigi Boranga nel 1934 e la moglie anno tengono in braccio i figli Piergiorgio e Gianfranco

Luigi e Anna Boranga con i figli Piergiorgio e Gianfranco nel 1934

E i cancelli di Boranga cingono pezzi di storia, come il Colosseo, o arricchiscono le dimore di capi di Stato. In quei cancelli, in quelle scale, lavorate con cura, tutte diverse l’una dall’altra, il ferro, come nell’antica officina di Efesto, si riscalda non solo in senso letterale e si ammorbidisce.

L’arte del Maestro Gianfranco Boranga del resto non nasce dal nulla ma affonda le radici nella tradizione di famiglia ed è stata rafforzata nel tempo oltre che dallo studio anche dall’insegnamento di preziosi maestri. Le radici dei Boranga innanzitutto sono quelle dei fabbri ferrai di Maniago in Friuli famosi fin dal Medioevo per la produzione di strumenti per l’uso domestico ma anche di armi. E Giuseppe Boranga, bisnonno di Gianfranco nato nel 1824 a Giavera discendeva appunto da loro.

Quella professione fu ripresa poi dal nipote di Giuseppe, Luigi Giovanni Boranga papà di Gianfranco. Formatosi alla scuola di Luigi Serena apprese presso i fabbri Grosso (Calderer) di Camalò l’arte della forgiatura. Poi nel 1923 avviò a Cusignana la propria azienda e dalla collaborazione con l’architetto Scudo di Crespano nacquero manufatti splendidi tuttora visibili: il baldacchino della Madonna Assunta di Cusignana, lampadari, statue raffiguranti immagini sacre, coperchi di fonti battesimali nel Duomo di Asolo, nelle Chiese di San Zenone, di Santa Maria della Vittoria, di Arcade, di Visnadello.

Nella bottega

Martello e incudine per forgiare una rosa in ferro battuto di Fucina Artistica Boranga

La mano del maestro di Fucina Artistica per forgiare una rosa

Nella bottega di Cusignana infatti ha appreso insieme ai fratelli Ladislao e Piergiorgio il mestiere del fabbro. “Ricordo -racconta Gianfranco- che fin da piccolo quando andavo a scuola il pomeriggio aiutavo comunque mio papà nel laboratorio. Lo ho fatto da sempre”. E non mancano gli aneddoti che filtrano fra i ricordi come ad esempio quella volta in cui “il parroco di Asolo predicò in chiesa dicendo che serviva rame per la copertura del battistero e la gente portò le pentole da casa”.

Ma Gianfranco dopo la quinta elementare ha anche studiato alla scuola d’arti e mestieri di Spresiano. Per un periodo poi è stato allievo di Toni Benetton. Un patrimonio inestimabile di conoscenze e abilità da trasmettere. E lui lo ha fatto con passione e impegno, prima trasferendo l’azienda all’ex Montecatini a Montebelluna, poi tornando nel 2015 a Giavera dove opera tuttora (e dove è visitabile lo show-room).

Per la verità la presidenza è passata al genero Valeriano Bianchin. Ma Gianfranco che a 86 anni conserva ancora l’occhio vispo di un ragazzo è lì che racconta degli ultimi prodotti: un corrimano per il principe del Qatar, una scala per il presidente dell’Uzbekistan. E ancora numerosi altri lavori per ville e hotel in Giappone, in Gran Bretagna, in Arabia Saudita, in Guinea, in Ciad, nel Principato di Monaco, in Russia, negli USA, in Svizzera, in Kazakhistan, in Mozambico e naturalmente in Italia anche per società come Replay, Fassa Bortolo, Mapei e Luxottica solo per citare le più conosciute.

“Abbiamo avuto la soddisfazione -racconta Gianfranco- di avere come committente la Soprintendenza Archeologica Ministero per i Beni e le Attività Culturali di Roma, per la quale abbiamo realizzato le recinzioni e cancellate di alcuni dei monumenti più importanti: il Colosseo, l’Arco di Costantino, la Piramide di Caio Cestio, il Mausoleo di Sant’Elena, l’Arco di Gallieno”. Di Gaudì invece Gianfranco ha riprodotto un cancello a elementi floreali a Barcellona.

Rosa in ferro battutto poi dorata con oro zecchino appoggiata su marmo

Nata dalla mano e dalla mente di un uomo, Gianfranco Boranga nella sua Fucina Artistica

Tutto nato dalla mano e dalla mente di un uomo. Anzi di una “dinastia”. Efesto di sicuro ne sarebbe orgoglioso.